La macchina di Kafka
                                               
                       
        Santarcangelo 39        
        3, 4, 5 / 9, 10, 11, 12 luglio 2009      
           
    crisalide XVI              
domenica 4 ottobre 2009
 
Trenk Art festival  
11 marzo 2010
Tarragona - Spagna
 
Paolo Pennuti
 
Luca Mattei

Masque, Celletta Zampeschi, La macchina di Kafka
Lo spazio è ricco di una presenza immobile.
Sul corpo sventrato di un pianoforte, la tavola armonica è zona di reclusione per l'interprete. Letto, prigione. Cella, appunto. Poi il suono si genera dal movimento di Eleonora - lei che qui è femmina e bestia - con movimento scattante e composto che scopriremo di natura elementare, binario.
Parte dalle lettura che di Kafka fa Deleuze questo appunto scenico di Masque. Ruota intorno all'idea ed alla possibilità di autogenerazione del suono. Qui il tragico accoglie il corpo anche ludico della scena. Masque si dimostra – dopo un lungo tenace rigoroso cammino – finalmente capace di varcare la soglia della leggerezza.
Sigilla questa leggerezza l'utilizzo dell'interattività piegata al dire drammaturgico ma capace di levità.
Ludico è un termine che a Lorenzo Bazzocchi non piace, ma è un termine che se usato con pudore mostra la consapevolezza di un gioco. Deleuze ci ha insegnato il rapporto di fluidità tra coppie di opposti, spazio liscio e striato, nomade e sedentario, corpo e macchina. Masque ne eredita la circolarità semiotica, la macchina scrive sul corpo che riscrive sulla macchina. A me viene alla mente quello splendido frammento da Corpus di Jean-Luc Nancy che nel tempo di radicali rotture e ricominciamenti – fallimenti, appunto – mi è già stato guida: "Non sappiamo quali “scritture” o qualiescrizioni” verranno da questi luoghi. Quali diagrammi, quali reticoli, quali innesti topologici, quali geografie delle moltitudini. È venuto il tempo di scrivere e di pensare questo corpo nella lontananza infinita che lo fa nostro, che ce lo fa venire da lontano, da più lontano di tutti i nostri pensieri: il corpo esposto alla popolazione del mondo."

 

Estratto da "uno sguardo su Santarcangelo 39 festival"

di Isabella Bordoni. Scritto integrale su succoacido.net

                   
foto Laura Arlotti