Eva futura
 
   
 
  dall'omonimo romanzo di  Auguste  Villiers de l’Isle-Adam  

La struttura drammaturgica è basata sul concetto di “canone”. L’idea di canone è che un unico tema venga contrapposto a se stesso. In pratica le varie voci che partecipano al canone eseguono ognuna una copia del tema.

Lavorano nel laboratorio di Edison quattro soggetti ipnotici, tra cui un soggetto isterico. Essi compiono quotidianamente “esercitazioni” per affinare le loro capacità di simulazione. E’ per questa ragione che Edison (l’inventore) insiste sulla necessità di allenare i soggetti a funzionare adeguatamente, prima di tentare la sperimentazione.

Dopo lunghi anni, gli assistenti hanno trasferito i loro lettini nel laboratorio. Sono diventati parte di quell’”organismo” e contribuiscono alle sue funzioni vitali.

Ciò che più colpisce degli assistenti è come essi stiano sparsi qua e là senza fare apparentemente niente, aspettando di essere attivati da un substrato che sopraggiunga. Allora, non appena arriva il substrato, immediatamente l’assistente entra in azione, “scattando come una pianta carnivora.”

Col procedere del tempo il canone assume forme più complesse.

Il primo accrescimento di complessità si raggiunge quando le singole copie del tema vengono spostate non solo nel tempo, ma anche nell’altezza.

Si noti che ogni tipo di “copia” conserva tutta l’informazione del tema originale, nel senso che il tema può essere interamente ricostruito a partire da ognuna delle copie in un processo che può essere ripetuto… ad infinitum.

 
 
 

Lo spazio presenta un edificio complesso, una specie di laboratorio con giardino interno. Al posto del tetto c’è un percorso di ballatoi, sorta di scalinate  che consentono agli assistenti di camminare intorno. Può darsi che salire le scale in senso orario a tempi fissi faccia parte del loro rituale quotidiano; quando sono stanchi, possono mutare direzione, e per un po’ scendere. Ma entrambi i concetti, sebbene non privi di qualche strano significato, sono ugualmente inutili………..

“ Ecco un altro esperimento…”

 
 
 

EVA FUTURA

è una esercitazione di “simulazione”

 

Vi prendono parte quattro soggetti sottoposti ad ipnosi, tra cui un soggetto isterico.

La convinzione che i sintomi isterici non siano simulati si basa sull’idea che l’ipnotizzato sia un ”uomo-macchina”. Prendete un soggetto isterico, caduto in catalessia, con il braccio teso orizzontalmente e un simulatore; misurate le oscillazioni dei loro arti mediante un tamburo a reazione: il braccio dell’isterico non si muoverà di un pollice, quello del simulatore, sì.

Tale convinzione è stata fonte di molte illusioni.

Anche se catalettico, anche se in preda di anestesie, l’ipnotizzato non è mai un semplice automa abbandonato alle suggestioni dell’ipnotizzatore. Non soltanto non perde mai coscienza ma sa sempre ciò che finge di non sapere, il dolore che gli si chiede di non sentire, la fatica che gli si chiede di ignorare, l’oggetto che gli si chiede di non vedere, l’”io” che gli si chiede di dissociare

Tutto ciò è  i n d i m o s t r a b i l e  ma  v e r o

 
PARAFRASI DEL TEOREMA DI KURT GODEL:
  "per ogni grammofono esiste un disco che quel grammofono non può suonare perché ne causerebbe indirettamente la distruzione"  
 

Così, a prima vista, sembra che Godel abbia scoperto una differenza finora sconosciuta, ma profondamente significativa, tra il ragionamento umano e il ragionamento meccanico. Questa misteriosa discrepanza tra la potenza dei sistemi viventi e quella dei sistemi  non viventi si rispecchia nella discrepanza tra la nozione di verità e quella di teorematicità…Lei sapeva bene che se il suo braccio si irrigidiva era per sua propria decisione e che ciò non impediva affatto a tale irrigidimento di essere reale.

La simulazione non è una menzogna,

è la creazione di una nuova realtà…dai, dai…

 
 

ESERCITAZIONE DI SIMULAZIONE

La IPERSUGGESTIONABILITA’ OMOATTIVA, che risulta dall’induzione di trance, dura allo stato di veglia circa 30 minuti: per rendere ancora più intenso il fenomeno, si suggerisce ogni volta al paziente, prima di riportarlo allo stato di veglia, l’idea di un torpore ancora maggiore che deve sopravvenire subito appena sveglio. Se questa tecnica può sembrare un po’ teatrale, essa tuttavia riesce utile per far comprendere al soggetto, come l’ipnotista possa attirare la sua attenzione anche quando egli sta facendo qualche cosa o cammini e può permettere la realizzazione di compiti ipnotici nonostante i vari rumori dell’ambiente e la presenza di altre persone.

STATO SONNANBOLICO

Lei dorme di un sonno speciale, di un sonno che permette di ascoltare tutto quello che dico, e anche di tenere gli occhi aperti e di camminare. Lei dorme e mentre dorme parla e cammina…..

Se il soggetto ha raggiunto una buona ipnosi, eseguirà i gesti ordinati, lentamente, come un automa con lo sguardo fisso, i lineamenti del volto pesanti, una “facies figée”, e da sveglio non ricorderà l’episodio avvenuto.

S.C. Filloux ed altri hanno studiato particolarmente la scrittura automatica e secondo loro si tratta di mettere a profitto l’anestesia di una parte del corpo e precisamente del braccio per evidenziare degli atti inconsueti e intelligenti, in relazione con un’attività psichica che si esercita assolutamente al di fuori della coscienza principale.

PERIODO CATALETTICO DALLA FLESSIBILITA’ PLASTICA DELLE MEMBRA

Per provocare lo stato catalettico:

stimoli acustici e visivi, intensi e prolungati; forte vibrazione del diapason; squillo del tam-tam; luce di magnesio.

Per produrre cessazione dell’ipnosi:

applicazione di stimoli termici: acqua tiepida, fredda, ghiaccio

 
 

“Qui si dorme di un sonno speciale

 e mentre si dorme, si guarda e si cammina.

Il grande simulatore mi è venuto incontro,

 spontaneamente,

mi ha fatto abbracciare forte dalla bella indifferenza.

Ecco, un essere d’oltre umanità si è suggerito in questa nuova opera d’arte, nella quale si è inserito irrevocabilmente un mistero, fino a noi mai immaginato.

Ma perché abbiamo conservato i nostri nomi?

Per abitudine, soltanto per abitudine”

 
 
  Il pianoforte, situato al centro del laboratorio, suona da solo. Il meccanismo è rudimentale, non ancora perfezionato. E ogni giorno vengono apportate dall’inventore, modifiche, aggiustamenti, affinché anche l’automa sonoro, come tutti gli altri componenti l’organismo, concorra ad accrescere il “livello di consapevolezza dell’organismo stesso”. Il pianoforte, suonando autonomamente, sollecita all’imitazione come apprendimento, Hadaly, il soggetto “isterico”.  
 
> masque