festival di teatro
II edizione
1995
Bertinoro
 
Programma
 
giovedì 22 giugno
ore 21.30 Boschetto delle Trinità
IDRA
L'ESCURIAL
con  Alessandra Sansavini   Sergio Scarlatella
regia  Eugenio Sideri

"E' una questione di anni. E la crisi verrà, e sarà tremenda. Non sarò in grado di fargli fronte, come il vitello ai suoi castratori".                                                  Samuel Beckett

Un re, un buffone, due metà di uno stesso corpo; un uomo che gioca a metà col suo buffone. Mezzo corpo resiste, l'altro mezzo insiste. Specchiarsi e ritrovarsi deformati: qui è cominciata la crisi: Prima di tutto nostra, nell'affrontare la nostra metà deformata, crudele, malata. La ricerca di una cifra vera e, al tempo stesso per l'occhio dello spettatore, simbolica, diventa un sofferto annaspare. Il testo di De Ghelderode si trasforma in pre-testo: un corpo che agonizza. La deformazione della psiche e del corpo, diventa l'immagine scheletrica e masturbatoria di Egon Schiele. Così, in una trama da tragedia in cui i due personaggi "giocano" con le loro metà in attesa che "questa solenne agonia finisca", ci siamo ritrovati a scoprire le nostre ferite interiori; con crudeltà rompiamo il quotidiano e colpiamo la nostra nudità.  Nell'attesa che la morte finisca il corpo esausto di una regina che non vediamo, Folial il buffone e il suo Re evocano una macabra farsa che permette alla verità di venire a galla. Una farsa di violenza e morte, un esorcismo, forse, a richiamare la vita.

 
Venerdi 23 giugno

ore 22.00 Rocca Vescovile

AURA TEATRO

CASSANDRA

con Agata Arancio

 regia e scrittura scenica Enzo Alaimo

Cassandra è uno spettacolo sulla guerra. Lei, la veggente è una figura guida, un pretesto per avere una voce, una testimone...Abbiamo cercato Cassandra anche in altri luoghi del vivere, l'abbiamo cercata nel suo passato, nei suoi ricordì, nella vita normale. La vita "normale" non esiste più, finita per sempre, sotto la prima bomba, la prima lancia, il primo fuoco. "E' così triste questo paese. Il luogo dove ho vissuto una volta era molto meno triste. La sera all'imbrunire, filavo seduta davanti al davanzale della mia finestra. Era una finestra che dava sul mare, e a volte c'era un'isola in lontananza... Spesso non filavo, guardavo il mare e dimenticavo di esistere. Non so se ero felice, mai più tornerò ad essere ciò che forse non sono mai stata". Cassandra è una sopravvissuta che sa. Sa che ci sarà un'altra guerra presto, subito, allora urla quello che ha visto, ciò che vedrà. Sabbia e giunchi, ecco cosa è rimasto, e lei si aggira impotente, forte della sua voce e degli occhi. Cassandra è sola, sola in scena come nella lettura della inevitabile bestialità dell'uomo.

 
sabato 24 giugno

h. 21.30 Cortile del Lapidario

EUGENIO RAVO

PASSANDO DA PESSOA
uno spiraglio umano
di e con Eugenio Ravo

 poeti dialogano a distanza di luoghi e di tempi. E' la poesia che mi porta all'ascolto delle innumerevoli voci, sotto forme di incognite diverse. Similitudini e luoghi ignoti trovano spesso radici comuni. L'uomo è presente in tutte le culture, come la sua memoria. La diversa collocazione geografica fa di noi, esseri sottomessi l'uno all'altro. E scopro che la domanda di ognuno è sempre la stessa, ma di colore differente. Attraverso Pessoa, 'O mar, 'O vient, rivedo origini all'orizzonte: nostalgia, tristezza, melanconia e allegria miste alla gioia di vivere e con gli ideali che non si spengono mai. La cultura portoghese e napoletana si incontrano in questa creazione teatrale, dove la poesia supera il superfluo. "Il mare, la lontananza, l'infinito da raggiungere, il ritorno di chi si mise in viaggio: l'attesa!" La speranza di colui che andrà a regnare domani sarà migliore di quello di prima. Non è un'interpretazione di Pessoa nè di altri personaggi. E' l'uomo che si inonda e si lascia alla poesia navigare dove nessuna risposta è possibile se non quella dell'amore. Uno spiraglio si apre.

 

domenica 25 giugno

ore  21.30 Rocca Vescovile

ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI

BECKETT C'E' MA NON SI VEDE

DATI: 1) IL BIANCO;  2) IL SILENZIO; 3)      2

regia Fabrizio Arcuri

"FLUSSO FA SI' CHE OGNI COSA PUR ESSENDO OGNI COSA DUNQUE QUELLA PROPRIO QUELLA PUR ESSENDO NON E', PARLIAMONE".                                                  

(MIRLITONNADES.  Samuel Beckett   1976 - 1978)                          

Beckett c'è ma non si vede è il sottotitolo del nostro progetto a tappe, una trilogia nei voti, il cui primo passo si è esplicitato con la realizzazione dello spettacolo e del video "UN PEZZO D'OCCASIONE". Il lavoro qui presentato "DATI: 1) IL BIANCO; 2) IL SILENZIO;  3)  2", ne esprime lo sviluppo e quindi un'ulteriore tappa. Pur essendo spettacoli autonomi e compiuti, sono tra loro collegati non solo dall'evidenziata presenza di un unico autore cui sono ispirati, ma anche da una riflessione sugli elementi contenuti quali lo spazio, testo, personaggio, e sulle loro strutture e funzioni all'interno dei frutti compositivi che un autore come Samuel Beckett ha saputo maturare; riflessioni che non abbiamo potuto/voluto evitare.

IL CAMMINO DELLO SPAZIO (IL BIANCO). IL SILENZIO DEL TESTO. LA PERDITA DEL PERSONAGGIO (   2).

Il profilo in legno di un parallelepipedo, spazio vitale ridotto a scatola di costruzione in cui si muove il "personaggio", unico abitante di questo microcosmo, è stato il trampolino doveroso, non un approdo ma un tema da svolgere, da vivisezionare. Ed infatti un bisturi affilato seziona appunto scatola e suo abitante, rivelandone la composaizione multiforme, quest'unità compatta questa cellula primeva non è che un insieme di cellule a loro volta parcellizzabili in una rarefazione che tende al nulla

senza mai raggiungerlo. La costrizione spaziale è la membrana di ricopertura, illusione necessaria per tenere gli aggregati citoplasmatici. Tale perimetro diviene scenograficamente una riflessione di luminosità, una luce accecante che non deborda, non si espande ma è costantemente riflessa verso l'interno da un muro in lamiera che vuole il perimetro insondabile quasi il centro, a meno che la meditazione prospettica non si faccia astratta, quasi filosofica, rivelando dimensioni conocentriche, spiraliformi, il cui passaggio da una all'altra è limitato da questa illusione accecante di zona invalicabile, ogni mondo ha il suo centro irraggiungibile e i suoi confini insondabili.  Cosmo contenente cosmo, in una possibilità di ampliamento pressocchè infinita nel movimento centrifugo e in una essenzialità tendente al nulla nell'approfondimento centripeto. E' in un settore qualsiasi di questi mondi che sono contenuti spettatori, personaggio e i suoi pseudo-sè.

MA LA PARETE SFONDATA NON LASCIA SCORGERE ALCUN PASSAGGIO, FORSE SOLO UN'ALTRA PARETE E POI UN'ALTRA  ANCORA O MAGARI SEMPRE LA STESSA PERCORSA E RIPERCORSA DAL DI FUORI MA CON LO SGUARDO FATALMENTE RIVOLTO AL DENTRO.....

                                   (La voce e il fenomeno. Derrida)

 

giovedì 22 giugno

ore  23.30 Cortile del Lapidario

TRIO MUSIQUES

TECHNO - TEKNE'

STUDIO

per percussioni

 

venerdì 23 giugno

ore 23.30 Rocca Vescovile

ZERO GRAD TEATRO

ULTIMA COMMEDIA

Azione performativa

 

sabato 24 - domenica 25 giugno

ore 24.00 Trinità

MONICA PETRACCI

CRISTINA ZAMAGNI

SALOME'

Macchinazioni

Foto di Cristina Zamagni

Video di Monica Petracci

- La MACCHINA come artificio per guardare con ogni tipo di occhi.

- La MACCHINA che acceca ogni occhio che crede di vedere qualcosa.

- La MACCHINA che non può partorire altro che un "quadro malato".

 
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